Il Pedagogista, professionista impegnato negli istituti medico-pedagogici provinciali (IMPP)

Negli anni 1961-1962 vennero aperti in Italia molti istituti medico-pedagogici provinciali per accogliere i bambini che si trovavano nei reparti per minori degli ospedali neuropsichiatrici, uno fra questi era l’Istituto medico-pedagogico provinciale di Firenze, diretto dalla professoressa Virginia Giliberti Tincolini, medico, affiancata in seguito dal dottor Edo Bonistalli, un pedagogista specialista (ortopedagogista) chiamato a coordinare gli interventi di recupero condotti dai vari operatori pedagogici, come accadeva in vari altri istituti provinciali sorti in tutta Italia.
In quegli stessi anni le Amministrazioni Provinciali si rivolgevano agli specialisti, tra cui i pedagogisti, per trovare soluzioni agli interventi di addestramento professionale e al lavoro protetto dei minorati fisici e psichici. Interessanti contributi in proposito si apprendono, per esempio, dai suggerimenti per l’educazione sistematica della mano:

Seguendo lo sviluppo normale della prensione si esercitano i gesti in modo progressivo:
– prensione a piena mano di un oggetto cilindrico;
– prensione cubito-palmare;
–  prensione palmare semplice;
– prensione con opposizione del pollice fino alla “pinza superiore”;
[…]
– Esercizi di prensione associati ad altri movimenti per il perfezionamento del gesto
professionale:
a) prensione dell’utensile con esercizi di adduzione ed abduzione del pollice
dell’indice;
b) prensione associata alla pressione sull’utensile;
c) prensione associata alla pressione sull’utensile ed al movimento di estrazione;
d) pressione digitale graduata;
e) prensione associata alla pressione ad alla rotazione dell’utensile.

La ripetizione di questi esercizi porta gradualmente ad una economia dell’atto motorio, migliorando la qualità del gesto sul piano dell’abilità, della precisione, della forza e della coordinazione dinamica […] (Giliberti Tincolini et alii, 1968).
Il lavoro interdisciplinare intrapreso negli istituti medico-pedagogici provinciali in cui era presente il pedagogista, è stato molto significativo e proficuo, come confermano anche i tanti contributi, frutto della collaborazione di medici e pedagogisti, pubblicati in riviste specializzate o negli “Atti” di importanti congressi nazionali ed internazionali, per esempio: Il metodo globale nell’insegnamento ai soggetti colpiti da paralisi cerebrale infantile, «Infanzia Anormale», maggio-giugno 1963; Considerazioni metaboliche, pedagogiche, psicologiche e pedopsichiatriche sul trattamento dietetico dell’obesità giovanile, «Rivista di Neuropsichiatria», fasc. 1, 1966; Impostazione di un’analisi psicopedagogica dell’obeso giovanile attraverso il suo comportamento nel lavoro scolastico, «Rassegna di Studi Psichiatrici», novembre/dicembre 1966; I fumetti nella didattica dei soggetti ipodotati, in Atti del III Salone Internazionale dei Comics, Lucca 1966; Sul comportamento di un gruppo di anormali psichici obesi in corso di trattamento dietetico e medicamentoso, «Il Lavoro Neuropsichiatrico», maggio 1966; L’apprendimento negli instabili istituzionalizzati e Atteggiamenti educativi nei disturbi del comportamento, in Atti del III Congresso Europeo di Pedopsichiatria, 1967; L’assistenza sociale scolastica nell’unità del ciclo da tre a quattordici anni, in Atti del VII Congresso Nazionale della lega di Igiene e Profilassi Mentale, 1967; Considerazioni sulla educazione psicomotoria negli insufficienti mentali di media gravità, «Rivista di Neurobiologia», aprile-giugno 1967; Il problema degli insufficienti mentali medio-gravi: metodiche di addestramento al lavoro, «Rivista di Neurobiologia», vol. XIV, fasc. 1, gennaio-marzo 1968; L’intervento del servizio di igiene mentale infantile per la formazione dei nuclei periferici di scuola speciale, «Rivista di Neurobiologia», luglio-settembre 1968; La classe aperta nella scuola speciale una nuova esperienza nella organizzazione e nella programmazione delle attività didattiche, «Neuropsichiatria Infantile», fasc. 116-117, 1970; Linguaggio e disturbi temporo-spaziali: un’esperienza con il Language Master, «Rivista di Neurobiologia», aprile-giungo 1970; L’educazione alla comunicazione nei soggetti subnormali, in Atti del IX Congresso Nazionale SIAME, 1970; Aspetti psico-patologici e clinici di bambini ospedalizzati e Considerazioni psico-somatiche sull’evoluzione di tre casi con immaturità affettiva, in Atti del IV Congresso Nazionale di Neuropsichiatria Infantile, 1971.
In questi anni anche gli istituti di Pedagogia delle Università, là dove esistevano dei professionisti a contratto o liberi docenti, si proponevano per lavori interdisciplinari, come ne è prova l’opera del prof. Edo Bonistalli e del prof. Giuseppe Talamucci nell’Istituto medico-pedagogico provinciale di Firenze.