Molto alto è stato l’impegno del nostro gruppo anche per approfondire quanto ci è stato offerto da Arlette Burcier-Mucchielli quando, in un incontro avvenuto a Firenze nel 1993, dimostrò che le cause delle incertezze nella decodifica scrittoria fossero dovute all’Universo dell’Ambiguità, e sarà proprio questo particolare Universo oggetto di analisi e di approfondimento per i nostri successivi studi. Ambiguità che, come essa stessa sosteneva tramite dimostrazioni e principi definiti, si distinguono in: Ambiguità delle distanze; Ambiguità delle forme; Ambiguità dei significati; Ambiguità dei valori. A seguito del lavoro sulle ambiguità i suoi studi l’hanno condotta a tenere in considerazione anche un decondizionamento corporeo necessario per ritrovare stabilità emotiva e per portare la persona verso una lettura e conoscenza di sé e dell’ambiente indispensabile all’accesso successivo alla decodifica scrittoria.
Le modalità che ci sono state indicate per ottenere questo successo e renderle adatte alla Pedagogia Clinica hanno chiesto ancora una volta molto impegno e una lunga sperimentazione, lavoro di ricerca che ha dato vita al metodo Educromo®, metodo che certo non è limitato al potenziamento cognitivo perseguito facendo sostare seduta davanti al computer la persona, così come non è un trattamento, né una cura della dislessia, né propone esercizi specifici stabiliti ed eseguiti da qualcuno, tantomeno ha l’aspirazione di correggere la dislessia. Il metodo Educromo® sollecita esperienze concrete con cui dar vita ad una azione educativa capace di liberare energie e risvegliare nella persona il più alto grado delle sue attitudini, acquisire le abilità a decifrare i suoni e i ritmi, leggere i segni e i simboli dal libro, dell’ambiente e i segni tratti dal corpo proprio. Promuove una scritto-lettura di simboli non alfabetici e più tardi di alfabetici e frasi. Metodo arricchito da una lettura cromatica su sfondo per contrasto di caratteri figurati con polidirezionalità e polisistematicità del segno grafo-scrittorio, e con testo cromatico nero su bianco definito dai caratteri della topografia e della tipografia, fino a cogliere significative esperienze di lettura con diverse posturalità, con periodi astratti tonali e modulazioni tonali.
Dal 1993 la ricerca non si è mai fermata, diretta ad estendere ed approfondire le conoscenze in modo sistematico, con tentativi generosi e coordinati, finalizzata ad evitare di adattarsi ad un intervento basato sulle carenze del soggetto e orientato al solo deficit, a demolire il pernicioso nome di dislessico e l’incompatibilità tra educazione, e sviluppo e il sostare seduti ad un banchino a fare esercizi di lettura. Di fronte a queste inefficienze sorge, nel Movimento dei Pedagogisti Clinici, la necessità di cambiare rotta, orientata dalla spiralizzazione delle esperienze annunciate dal metodo Educromo® per catturare e dirigere l’attenzione, risvegliare abilità e aumentare la disponibilità del lettore, sostenuto da motivazione e da esperienze gratificanti, garantito dall’obbligo di non dissipare questo successo con stazionamenti posturali fissi e letture non animate. Per la Pedagogia Clinica la lettura deve essere sempre e per ogni persona avvalorata da motivazione, piacere ed entusiasmo, sostenuta da un interesse che spinga all’azione, svegli e stimoli, prenda vita in uno spazio animato. Tante, diverse e soddisfacenti esperienze che vigilano affinché la lettura maturi una comunicazione efficiente.