Negli ultimi tre quarti di secolo (dal 1890 alla fine del XX° sec.) non sfugge il significativo bilancio in cui figura l’estensione dei metodi sostenuti dall’iniziativa e dall’inventività di menti creative rivolte a nuove esigenze, tanti e assai significativi.
Metodo “I centri di interesse”
Ovidio Decroly (1871-1932), è l’ispiratore del metodo “I centri di interesse”, considerati capaci di mobilitare tutte le attività dell’allievo in quanto latenti nell’individuo per le cose della natura e corrispondenti ai bisogni fondamentali del bambino, tra cui nutrirsi, difendersi dalle intemperie, dai nemici, di lavorare con gli altri, riposarsi e ricrearsi. Su queste linee si deve articolare, secondo Decroly, tutto l’insegnamento che, invece di sostare su materie prestabilite, deve saper penetrare nell’esperienza dell’allievo e sviluppare i corrispondenti centri di interesse. Le materie e le lezioni sono chiamate a lasciare il posto ad un apprendimento che procede attraverso esperienze di osservazione, di associazione e di espressione, istruite sugli interessi vitali degli allievi:
Osservazione o educazione dei sensi. Consiste nell’entrare in contatto con le cose reali, materiale vivo, come piante, animali… ma anche materiale inerte tra cui le cianfrusaglie, per comparare le cose fra loro, promuovere la comparazione e la classificazione, per somiglianza e quindi per differenza concreta degli oggetti, che portano naturalmente alla misura, all’idea di numero e a far uso delle cifre che con gli anni serviranno di base al lavoro
Associazione nel tempo e nello spazio. Essa comprende le nozioni acquisite oggi con quelle di ieri, quelle relative ad un dato ordine di fenomeni con altre affini o contrastanti, oltre che le nozioni di geografia e di storia
Espressione, Consiste nel tradurre le nozioni apprese, sensazioni e idee , in atti, forme, toni, colori, parole, compreso il disegno, i lavori manuali, la musica, il canto, la lettura e la scrittura.
Tutti i rami insegnati nelle scuole elementari e che si ritrovano nel programma vengono scelti da testi e da frasi in relazione con l’oggetto del centro di interesse e sono ben più adatti per creare qualche cosa di nuovo come si può leggere in un esempio sul tema del freddo e sugli indumenti:
Osservazione: Il vestito della bambola. Biancheria. Biancheria personale. Lana. la pecora. il sarto. La sarta . Il cappello. Il berretto. Le scarpe. La pelliccia. Animali da pelliccia. Il vestiario e le stagioni. Indumenti fatti di altre materie. La moda. Come si conservano gli indumenti. Le tarme. Vestiario e mestiere. Il vestito degli animali e delle piante. Piante e animali che servono per il vestiario.
Associazione nello spazio: Fogge tipiche di popoli stranieri. Da dove viene il cotone? E la lana ?
Associazione nel tempo: La moda attuale. La moda dei tempi delle mamme e delle nonne. La storia del vestiario.
Calcolo: Durata e valore comparativo degli indumenti. Come si prendono le misure e come si confezionano gli abiti? Quante camice, quante sottoveste, ecc. si ricavano in tanti metri di stoffa?
Espressione concreta: Disegno. Ritaglio da riviste e giornali. Compilazioni di album. Espressione astratta: Lessico e costruzioni di frasi. Composizioni spontanee.
Morale: Cura del vestiario. Ragazzi poveri mal protetti.
Il Metodo è innovativo, consiste in qualcosa di radicale, Decroly rompe il cerchio della cultura oggettiva e intellettualistica e va diritto ai processi attraverso cui l‘allievo, per le sue esigenze di vita apprende.
Metodo dei “Progetti”
William Heard Kilpatrick (1871-1965), dimostra la necessità di un totale rinnovamento della scuola, nei programmi e nei metodi, di mutare radicalmente i costumi di pensiero e di azione e sviluppare con ricchezza di particolari la tecnica didattica. Kilpatrick vuole che agli alunni venga assegnato, secondo la loro capacità un lavoro che egli chiama progetto e che per essere condotto a termine, richieda l’acquisto di particolari cognizioni che devono rientrare nell’ambito del programma scolastico.
Il Kilpatrick distingue, rispetto al contenuto, quattro tipi di progetto:
Il producer’s-project, che ha lo scopo di produrre qualcosa, dalla casetta di sabbia costruita dal bambino, un giocattolo…una preghiera, non limitato perciò a cose fatte con le mani
Il consumer’s-project, per il quale occorre, come per gli altri, un “proposito”, lo scopo non più di produrre ma di usare ciò che è stato prodotto da altri, come ad esempio un’escursione, un viaggio…
Il problem-project, un problema che ci si deve prefiggere realmente di risolvere mandando realmente ad effetto il “proposito”, come ad es. lo studio di un monumento artistico, lo studio di certe situazioni periodiche di mercato, rilevamenti statistici..
Il specific learning project o di apprendimento specifico, che ha lo scopo di acquistare e perfezionare una tecnica.
Lo svolgimento di ciascun progetto si compie per tappe che comprendono intenzioni, preparazioni, esecuzioni, apprezzamento del lavoro compiuto, e mira a suscitare o formare nell’allievo un interesse verso le materie di apprendimento. Metodo genuinamente educativo, una risposta al problema della formazione a cui reagisce con una attività profondamente sentita e intenzionale.
Metodo “Scuola del lavoro”
Georg Michael Kerschensteiner ( 1854-1932) è il creatore della Scuola del lavoro con necessità e intenti di riforma dei metodi educativi. Il Metodo si ispira ad una nuova visione del processo educativo, ad una diversa concezione della formazione dell’uomo che si vuole inserita in una determinata struttura di società ispirata ad una finalità etica e sociale di valore universale. La Scuola del lavoro è affermata come comunità sociale nella quale gli allievi vengono organizzati secondo un piano, o programma di lavoro scolastico intellettuale, morale e manuale. Lo scopo non è tanto l’acquisizione di una abilità pratica o formale particolare o l’apprendimento di un mestiere o professione, quanto la formazione della personalità degli allievi in tutte le sue manifestazioni. Nella comunità di lavoro, come la concepisce Kerschensteiner si esplica tutta intera l’attività degli alunni e alunne secondo la libera manifestazione di interessi, di tendenze e preferenze. Una scuola realmente attiva e produttiva che mira a formare concretamente la personalità morale sociale e professionale dei giovani, inseguendo il concetto di attività lavorativa come processo di educazione. Lo scopo della formazione ha un significato profondo, favorire lo sviluppo dell’orizzonte spirituale, prontezza e sensibilità a comprendere nuovi valori e di accrescerli, ciò che si può raggiungere, secondo Kerschensteiner, con un lavoro pedagogico efficace, con lo svolgere attività produttiva a servizio di un valore capace di riempire lo spirito. Maturazione e sviluppo si raggiungono attraverso il gioco spontaneo, il gioco regolato, il lavoro spontaneo e il lavoro pedagogico. Un carattere pregevole chiede di mettere alla prova quattro forze interiori: la forza di volontà, chiarezza di giudizio, finezza di sentimento, e spirito di ricerca, qualità che vanno sviluppate in una atmosfera di libertà e di spontaneità organizzate in modo armonico e unitario che risponde all’interiore struttura spirituale.
L’applicazione delle idee per Kerschensteiner si concretizza in una scuola divisa in due bienni:
Nel biennio inferiore, dopo un primo periodo nel quale si parte dai metodi montessoriani, si insegna a leggere e a scrivere secondo il metodo globale del Decroly e si avvia una applicazione del lavoro pedagogico con lavori in legno.
Nel biennio superiore il metodo diventa più completo, rivolgendosi intorno a sei punti fondamentali: insegnamento relativo al paese natale, disegno e lavoro manuale, calcolo; insegnamento linguistico; composizione; insegnamento religioso; ginnastica e canto; insegnamento del lavoro in legno. Tutti insegnamenti impartiti secondo i principi della scuola attiva .
L’insegnamento della lavorazione del legno richiede, avanti di cominciare ogni nuovo esercizio, una spiegazione in cui vengono illustrati il materiale, la forma, lo scopo, come pure la composizione e la denominazione delle parti principali e secondarie dei modelli a mano. Prima di ogni processo di lavoro vengono spiegate le singole fasi, raccolta l’abilità nella misurazione, abilità meccanica e familiarità con le tecniche; alle ragazze viene richiesto di dedicarsi al ricamo maglieria ecc. Tutte tecniche lavorative che devono tradussi in uno strumento di liberazione, di esplicazione delle iniziative dell’immaginazione giovanile. La disciplina interiore dello spirito, della volontà, un equilibrato controllo delle proprie abitudini della vita fisiologica, la coordinazione dei movimenti, la precisioni delle esecuzioni ci permettono di disporre nel modo migliore delle nostre forze fisiche e psichiche, sono perciò il presupposto, il momento necessariamente precedente, condizione prima di qualunque attività creativa dell’uomo per la realizzazione delle nostre aspirazione e mete ideali.