Pedagogia e educazione ispirate dai “Piani”

Si tratta di “piani” convalidati dall’esperienza, cimentati con la realtà, capaci di poter continuare ad imprimere in misura della loro fecondità, diffusione e successo. Tra questi:

Piano “Dalton” di  Elena  Parkhurst.
Elena  Parkhurst (1887-1973) struttura il suo “piano” nel tentativo di conciliare le esigenze della cultura intesa come patrimonio di sapere organizzato, tutelato dall’insegnante, con gli interessi individuali, le curiosità, le tendenze e le capacità degli allievi, come pure per evitare il pericolo di arrecare danno al ragazzo per lo scarso rispetto nei suoi confronti anziché del vantaggio che la scuola si ripromette. Il Piano Dalton, con l’impegno della Parkhurst, cerca di dare una risposta a tutte queste attenzioni facendo sì che programma, maestro e allievo trovino ciascuno il suo posto. Il principio che persegue è di fornire all’allievo l’occasione di imparare a studiare, e partendo dal presupposto che gli allievi per imparare a studiare si devono muovere a scuola con la stessa libertà con cui si muovono a casa, non si limita a proporre di individualizzare i singoli insegnamenti in modo da adattarli alla capacità dei singoli allievi, ma di permettere ad essi di applicarli liberamente alle singole discipline.  Per questo la Parkhurst suddivide ogni materia del programma in dieci compiti mensili e istituisce il contratto, con cui l’allievo si impegna di eseguire uno di questi compiti per ciascuna materia nel tempo che ha a sua disposizione per quella materia in ciascun giorno. Poiché l’allievo può disporre liberamente del suo tempo, egli potrà per esempio dedicarsi un giorno intero o più giorni ad una data materia, e di curare le altre materie nei giorni seguenti. Se l’allievo non ha eseguito tutti i suoi compiti  nel limite del mese, non può passare ad altri compiti, in modo che deve abituarsi ad organizzare il proprio tempo secondo la maggiore o minore difficoltà che incontra nello svolgimento delle singole materie. La scheda del contratto dell’allievo, distinta in quattro settimane, corrispondenti alla struttura delle assegnazioni,  mette l’allievo nelle condizioni di controllare egli stesso il suo cammino ed il lavoro che deve ancora compiere per corrispondere pienamente al suo impegno. Egli può aggiornare la sua scheda personalmente, solo però in seguito all’approvazione degli insegnanti. Il percorso di formazione può essere svolto lavorando individualmente o unendosi ai compagni che hanno predisposto un contratto analogo, tale attività collettiva viene privilegiata  rispetto a quella individuale. Il Piano può essere seguito da allievi in età non inferiore ai 9 anni e la scuola invece di presentare un insieme di classi, presenta una serie di aule o laboratori destinati ciascuno ad un solo insegnamento,  in cui l’alunno svolge il suo lavoro sotto la guida di un insegnante specializzato. Per misurare il ritmo di lavoro vengono utilizzati dei grafici di controllo  che aiutano insegnanti e allievi a misurare il ritmo di lavoro. La scheda di laboratorio è dotazione dell’insegnate specializzato che ne ha una per ogni classe che frequenta il laboratorio, facilmente distinguibile per il diverso colore. Ogni volta che l’allievo ha compiuto il lavoro, l’insegnante traccia un trattino nella casella corrispondente alle unità di lavoro, in modo che può facilmente con un solo sguardo cogliere il progresso e il ritmo del singolo, e nello stesso tempo il progresso di tutta la classe in quella particolare disciplina. Tale lavoro viene poi graficamente rappresentato su una specie di tavola-diagramma, che ogni allievo tiene a sua disposizione, segnando progressivamente il lavoro compiuto, a loro volta i maestri specializzati rappresentano su analoghi diagrammi lo sviluppo del lavoro degli allievi.

Piano di Winnetka di Carleton Wolsey Washburne
Carleton Wolsey Washburne (1889 – 1968) è l’ideatore del Piano di Winnetka che a differenza di altri sistemi si fonda su basi rigorosamente scientifiche proprie della pedagogia sperimentale.  Il Piano tiene conto delle idee del Dewey sul carattere individualizzato e sociale dell’educazione e ne sperimenta il programma scolastico dividendolo in due parti:
Programma minimo, che comprende il così detto sapere strumentale, ossia le conoscenze indispensabili, che devono essere uguali per tutti, tra cui la lettura, scrittura calcolo…, tale programma è estremamente individualizzato in modo non solo di adattarlo alle capacità dei singoli allievi, ma di risolvere l’apprendimento in una specie di autodidattismo. Washburne a tale scopo ha ideato un complesso sistema di auto controlli, tra cui quaderni chiave, quaderni controllo o test, questionari, ecc., con controllo finale da parte dell’insegnante,  da permettere di seguire, con precisione scientifica, i progressi della preparazione e passare agli esercizi della classe successiva. In tal modo un allievo, pur restando nella sua classe può in un determinato momento e per una data materia cominciare già il lavoro della classe seguente, nella quale entrerà quando avrà superato i relativi controlli nelle altre materie. Allo scopo naturalmente la scuola, invece di presentare un insieme di classi presenta una serie di aule destinate a un solo insegnamento in cui l’alunno svolge ad ore fisse il suo lavoro sotto la vigilanza di un insegnante specializzato, che interviene solo quando gli venga richiesto o quando lo ritenga necessario. Il sistema offre il vantaggio di eliminare ogni forma di ripetenza e di rispettare la legge dello sviluppo biogenetico dell’allievo, comunque diverso da individuo a individuo.
Programma di sviluppo, che comprende le attività collettive e creative, ossia le attività e le materie che forniscono lo stimolo all’espansione e alla differenzzazione dei singoli allievi,  musica, lavori manuali, giuochi… Tale programma vuole avere un carattere sociale e perciò viene svolto con un sistema che ricorda molto i “Progetti” di Kilpatrick.
I progressi di ciascun alunno vengono registrati sul Registro dei progressi che sostituisce la pagella tradizionale. Il Registro ogni sei settimane viene inviato alle famiglie, per informarle sulla situazione in cui si trovano i loro ragazzi nell’apprendimento di ciascuna materia, registro che serve anche di guida per gli stessi insegnanti.
Il Washburne afferma che ogni allievo ha diritto alla salute fisica e mentale ed alla felicità e perciò deve vivere la sua vita spensierata e gioiosa  di fanciullo, senza preoccupazioni e senza dolorose costrizioni. La scuola deve essere attraente, accogliente, ed aiutare i fanciulli a vivere una vita sana e piacevole. L’allievo ha bisogno di svilupparsi felicemente , di sentirsi protetto, di stare a proprio agio e di avere certezza di essere amato. Per raggiungere questi obiettivi la scuola deve collaborare, tenendo conto che nelle scuole progressiste scopo dell’insegnante è più quello di capire il bambino e rendergli la vita felice che non di riempirgli la testa di nozioni. Per questo motivo gli alunni non devono  mai essere obbligati o sforzati a fare cose superiori alle loro possibilità.
Da allora altri progetti nati da interessanti sperimentazioni hanno richiamato l’attenzione il Postage Project, l’Unistaps Project  e il Toppenich Project

Postage Project. Il Postage Project prevede un intervento su aree rurali ed è articolato su un insegnamento domiciliare rivolto ai ge­nitori, affinché da soli, sotto la guida di un esperto, prov­vedano all’educazione dei figli handicappati. Lo specialista settimanalmente si presenta all’abitazione, fa il punto della situazione e prescrive un piano di intervento da attuarsi nella settimana successiva, al tempo stesso offre al genitore una accurata dimostrazione delle tecniche rieducative richiamate nel piano di lavoro.

Unistaps Project. Il progetto Unistaps di Minneapolis è un programma di­retto a tutte le famiglie che hanno bambini ipoacusici. Il programma prevede che il genitore partecipi ad un corso di formazione presso un centro appositamente attrezzato ed ab­bia qui l’opportunità di apprendere la tecnica per la riedu­cazione del linguaggio. La formazione avviene in un ambiente strutturato come una vera e propria abitazione, dove lo spe­cialista può meglio esplicitare il comportamento necessario al genitore quando questi, nella propria abitazione, si tro­verà a porre in atto quanto acquisito.

Toppenish Project. Il Toppenish Project è un progetto presentato dal Con­siglio delle tribú degli indiani Yachima, una delle piú grandi Riserve indiane. Il progetto è chiamato anche Palatisha (“stan­no fiorendo”) e si occupa della diagnosi e del recupero di soggetti con deficit intellettivi. In esso è prevista una azione in seno alla famiglia (home based) o una azione in apposite classi (centro-based), al fine della rieducazione del linguaggio, della motricità, ecc., ossia della promozione di uno sviluppo globale e una capacità a socializzare. Questi interventi richie­dono di essere effettuati assai precocemente ed assumono quindi un carattere, oltre che di intervento curativo, anche e particolarmente di intervento preventivo. Già all’età di due anni i bambini che hanno manifestato certe carenze possono infatti fruire di questo intervento in loro favore, sia a casa che nelle “classi” dove il programma è e rimane individuale.

Conoscere questi ed altri metodi e progetti pedagogici permette al pedagogista di esporre il proprio pensiero sulle iniziative e modalità da seguire attualmente in tutti i contesti in cui si trova ad operare. Un personale contributo da cui trasparirà il dover tener conto del graduale sviluppo della persona, delle sue capacità, della necessaria relazione e il clima che deve saper  promuovere e sviluppare nell’ambiente. La pedagogia è forma e organismo, con impronta di vitalità e con il potere di riuscire ad intessere percorsi in tutta la sua estensione  che la vuole apprezzata come scienza dell’educazione dell’uomo.