Ciò che conforta questo professionista è la ricerca e la sperimentazione con cui si consolidano l’elaborazione teorica e l’applicazione pratica da regalarci significativi distinguo nel campo della conoscenza e nel lavoro che esige modalità proprie e specifiche.
La direzione verso la quale si muove oggi l’analisi pedagogica e i problemi sui quali è indirizzata la riflessione sono riuscite in modo conseguente a trarre corrette conclusioni pratiche in risposta alle esigenze di vita della persona.
La pedagogia che in precedenza risolveva ogni problema in termini puramente quantitativi dello sviluppo, con graduazioni e misurazioni come se fossero problemi di proporzione, e studiava i fenomeni da contare e misurare, ora chiede di sperimentare, osservare, analizzare, scomporre e generalizzare, descrivere e determinare qualitativamente.
La pedagogia ha ormai assimilato che non sono le proporzioni o varianti quantitative a differenziare una persona, consapevoli che in ogni grado del suo sviluppo presenta una particolarità qualitativa, una struttura specifica dell’organismo e della personalità.
I processi dello sviluppo, la loro grandissima varietà di forme, devono essere spiegati, individuate le metamorfosi dello sviluppo, le sue sproporzioni e i suoi diversi equilibri, il loro legame interno nella loro personale unità.
Attualmente per la pedagogia lo sviluppo aggravato da freni o ostacoli non significa che il soggetto sia meno sviluppato dei suoi coetanei, ma che si è sviluppato in modo diverso da imporre uno studio dinamico, un sistema di conoscenza scientifica sostenuta da compiti positivi teorici e pratici capaci di includere processi compensatori, nello sviluppo e nel comportamento, orientati a provocare la reazione dell’organismo e della personalità di fronte ad essi.
Il pedagogista attribuisce per ogni sviluppo grande significato alla reazione della personalità alla difficoltà e si appella ad influenze positive, a forme di sviluppo creative, ai desideri e alle fantasie, al suo bisogno di tensione, di educazione e formazione della personalità per raggiungere lo scopo e per manifestarsi.
Di fronte alla pedagogia si è schiuso un mondo di forme e di vie di sviluppo nuove e infinitamente varie che trova il suo acuto nel condizionamento sociale dello sviluppo del soggetto in difficoltà a causa della degradazione della posizione sociale.
Per il pedagogista che opera in questa nuova era non è la difficoltà in sé a determinare il destino della personalità di un soggetto, ma il senso d’inferiorità che le è stato inoculato goccia a goccia da quanti lo hanno fatto sentire di un livello inferiore, un DIS, e ridotte le capacità reattive.
Ogni persona che viene appellata con il prefisso DIS, verbale o nominale di parole composte, specialmente della terminologia medica, che indica negazione, privazione, mancanza, alterazione (distonia, dislessia, distrofia)… promuove nel soggetto una lussazione sociale, una posizione sociale del tutto particolare con un conseguente profondo turbamento dell’attività correlativa nell’ambiente circostante di tutto il sistema dei rapporti sociali.
Di fronte a queste inadeguatezze, obbligo della pedagogia è di schiudersi in un mondo di forme e di vie di sviluppo nuove e infinitamente varie che presentano nella loro unità, una reazione della personalità all’insufficienza o all’inadeguatezza. Ogni soggetto deve essere aiutato per raggiugere lo stesso livello, in un altro modo, per un’altra via, con altri mezzi, deve perciò conoscere lo speciale percorso lungo il quale deve condurre la persona, dare inizio a nuovi processi alternativi di sviluppo.
Le concezioni scientifiche e l’aspetto pratico-metodologico della nuova pedagogia si sostanziano della scoperta dell’unità della persona e della sua struttura complessa e multiforme e presentano un corollario di questioni concrete tra cui educare la persona orientati al rispetto della globalità e non il DIS, evitare il duetto insegnante allievo propria dell’educazione tradizionale e ogni separatismo che coltiva solo l’asocialità, nella consapevolezza che l’uomo diventa tale solo grazie alla comunicazione umana, immerso nel linguaggio.
A tutto ciò la pedagogia ha ormai dimostrato che i sistemi dinamici costituiscono la loro base nelle unità del pensiero e l’azione e il grado di sviluppo è il grado di trasformazione della dinamica dell’affetto e della dinamica dell’azione reale nella dinamica del pensiero. Un tale dinamismo dovrà perciò costituire il punto centrale di ogni processo di aiuto.
È questa una professione che così caratterizzata in operazioni e risultati può incontrare un significativo riconoscimento sociale.