L’anamnesi in pedagogia

Il termine anamnesi deriva dal greco ἀνάμνησις, [der. di] ἀναμιμνήσκω: ricordare, un lemma che rimanda alla reminiscenza, e che ritroviamo tra i concetti fondamentali propri della filosofia platonica; dottrina dell’anamnesi esposta nel Menone. Siamo in tracce della filosofia e al significato di aprirsi alla verità e così posto l’utilizzo del termine anamnesi mantiene un indubbio significato per i Pedagogista, ma lo perde allorquando lo utilizza nel dare nome alla raccolta particolareggiata delle notizie che riguardano il paziente, così come avviene in medicina e nelle arti sanitarie. E lo ha perso nel momento in cui le attenzioni verso la persona, sostenute dall’educazione, utilizzano quell’anamnesi strutturata come spazio di domande, interrogazioni percepite come valutative, alla stregua di un esame, di una inchiesta portatrice di giudizi.A salvaguardia della professione di Pedagogista, le costrizioni e forzature, i metodi autoritari, devono lasciare il posto ad un metodo non direttivo realizzato stando con la persona in relazione umanante, con ricadute sia per il professionista che per la persona in richiesta di aiuto. Alla pedagogia che deve divenire scienza idonea a soddisfare le esigenze distintive di una professione, l’obbligo di recuperare con rigore scientifico il tempo perduto nel mendicare da altri, e proporre una condizione educativa, fondata sul rispetto dell’altro, lontana dalla somministrazione di domande, di questionari vincolanti redatti in sequenze preordinate, adatte a quantificare il qualitativo e a proporsi come tecnica di numerazione e di classificazione nominalistica.