Pedagogista, professione non confusiva

Il Pedagogista per una reale tutela della propria professione ha la necessità di liberarsi sempre più dai metodi tradizionali pur non obliandoli senza prima procedere ad una ricerca per l’innovazione. A questi la ricerca ha l’obbligo di verificarne e strutturarne altri, nuovi, integrativi, sostenuti da elaborate teorie e moderne scoperte tecnico-scientifiche. È una professione che ha l’obbligo di rinnovarsi rispetto al passato per liberarsi dell’obsoleto, contemporaneamente impegnata a mantenere attivo il principio di dover rispondere alle esigenze di vita della persona con modalità educative. Con il compito di penetrare, tramite l’elaborazione di dati esteriori, nell’essenza interiore dei processi di sviluppo. L’obbligo della pedagogia è di schiudersi in un mondo di forme e di vie di sviluppo nuove e infinitamente varie che presentano nella loro unità, una reazione della personalità all’insufficienza o all’inadeguatezza. Ogni soggetto deve essere aiutato per raggiugere lo stesso livello, in un altro modo, per un’altra via, con altri mezzi, il Pedagogista deve perciò conoscere lo speciale percorso lungo il quale deve condurre la persona, dare inizio a nuovi processi alternativi di sviluppo. L’intervento di aiuto deve essere diverso e alternativo ai criteri di intervento di altri professionisti sostenuti da diverse concezioni scientifiche e un diverso intervento pratico-metodologico armonizzate ad un diverso e specifico lemmario. Ciò sta a significare che non è all’industria dell’educazione che ci dobbiamo ancorare, a dei libri definiti scientifici, ma uguali per tutti coloro che li acquistano, a dei metodi software con indifferente utilizzo, programmi e metodi per rispondere a tutti coloro che hanno lo stesso disturbo; lo stesso strumentario per persone diverse. Per la pedagogia gli impegni sono diversi e diverso il corollario degli aiuti concreti  per educare la persona nella sua complessa unità.